II° Festival
Internazionale
di Chitarra
di Castrocielo
sabato 12 luglio, ore
21:00:
Irio De Paula (Brasile)
Brasiliano carioca,
cioè di Rio de Janeiro, è uno dei maestri di raro,
personale talento presenti sulla scena musicale odierna.
Maestro di uno stile personalissimo ed invidiabile, in cui
l’agilità manuale è al servizio dell’estro
interpretativo e dell’estrema impulsività e
spontaneità del tocco.
Artista lontano da ogni narcisismo, instancabile esploratore
della sei corde, dei ritmi, del fraseggio, della composizione, delle
sue stesse radici. Questo gli ha sempre consentito di accostare a brani
tradizionali, nuove composizioni, in un discorso musicale unico,
ininterrotto, senza soluzione di continuità.
Il suo ultratrentennale successo (nel ’70 il suo modo di suonare
la chitarra provocò in Italia un vero “choc” tra i
chitarristi dell’epoca!) testimonia anche il bisogno, ed il
piacere, assoluto e crescente che avverte il pubblico nel poter
ascoltare musica sincera, genuina, non artefatta o costruita il
laboratorio; dinamica:senza spartito!
Non è possibile codificare il suo modo di fare musica,
tanti critici musicali ci hanno provato: lo hanno chiamato
“Jazz-Samba”, “Samba-Jazz”,
“Balanço”.… In effetti è anche questo
…… ma non solo; non è una musica etichettabile:
è Musica!
Né è mai possibile redigere una “scaletta”
precisa nei concerti di De Paula perché ogni volta egli segue un
istinto proprio nel proporre la sequenza dei brani influenzato dalla
situazione, dall’approccio col pubblico, (con il quale è
sempre generoso!) ma principalmente dall’intima
“saudade” che guida l’artista nel suo esprimersi.
Durante il concerto si potranno ascoltare brani, ritmi ed
atmosfere dell’autentica, immensa, musica brasiliana: choro,
balanço, samba, bossa-nova, la musica del Nordest; composizioni
di Barroso, Jobim e de Moraes, Chico Buarque, Baden Powell, Nazareth, o
Pernambuco e molti altri, nonché brani dello stesso De Paula
come “Arcoiris”, “Nordest”, o
“Viagem”…….
Scrive di lui Renzo M. Grosselli:
….”Non fu per caso che Vinicius de Moraes, l’anima
profonda della poesia brasiliana, lo chiamasse “meu filho
preto” (e lui di rimando, scherzosamente, lo chiamava“meu
pai branco”. Il grande poeta e musicista avvertiva
nell’animo di Irio De Paula le vibrazioni più autentiche
del Brasile. Le stesse che scintillano nella sua musica….
Lui suona solo con le dita, senza usare plettri; gli ruba
l’anima alle corde, le titilla, poi le tende, le arcua, le
rilascia, le gioca.
La musica, quella vera e grande, gli esce così: dalle vene alle
corde, senza passare per il cervello. Perché lui è Irio
De Paula: il figlio nero di Vinicius de Moraes.”
Buon ascolto e ...”bom viagem!”